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L'istituto

La scuola musicale Suzuki del Veneto ha dato inizio alle sue attività didattiche nel 2000 per desiderio della sua direttrice Lucia Visentin. Le sedi in cui si svolgono le lezioni si trovano dislocate nelle tre città venete di Treviso, Oderzo e Rovigo. Dal 2002 prima Scuola Suzuki Italiana ad ottenere tale riconoscimento, ha una convenzione ed una collaborazione con il Conservatorio di Musica "F.Venezze" di Rovigo, che ospita al suo interno una sezione ben consolidata di corsi di ritmica di base e teoria, violino e pianoforte.

La scuola si propone, attraverso il metodo Suzuki di avvicinare i bambini alla conoscenza ed alla pratica del linguaggio musicale già nei primi anni della loro vita. Per i ragazzi che non iniziano lo studio musicale in età prescolare, è proposto un percorso che si integra con lo spirito del metodo Suzuki considerando che i presupposti di apprendimento sono diversi. bambini-suzuki
Le nostre Scuole seguono il metodo "Suzuki" secondo le indicazioni dell' "Istituto Suzuki Italia" a sua volta collegato con l' "International Suzuki Association", che abilita all'attività le scuole associate e permette un rapporto tra i maestri "Suzuki" di tutto il mondo. (I.S.I. ed E.S.A. sono associazioni senza fini di lucro che hanno il compito di diffondere il metodo Suzuki sul territorio nazionale attraverso corsi di formazione per gli insegnanti, pubblicazioni, seminari e concerti e di coordinare le attività delle scuole presenti sul territorio).

Collaborazioni: convenzione con il Conservatorio Statale di Musica “Francesco Venezze” di Rovigo.

Il metodo

Shinichi Suzuki elaborò intorno agli anni '40 un metodo per far iniziare lo studio di uno strumento a bambini di età prescolare. Considerò l'imitazione la base del processo di apprendimento umano nei primi stadi di vita. Egli chiamò il suo metodo "della lingua madre" e dimostrò che si può insegnare ad un bambino a suonare così come gli si insegna a parlare. Il maestro sosteneva che, così come un bambino impara a parlare ascoltando e ripetendo continuamente le parole dette infinite volte dai genitori, così può imparare a suonare ascoltando e ripetendo continuamente un frammento musicale, un ritmo o una melodia. I genitori quindi, diventano indispensabili in questo processo di apprendimento. Seguono attivamente il proprio figlio durante le lezioni con l'insegnante per aiutarlo quotidianamente a casa. La musica entra così, in modo del tutto naturale, a far parte della vita del bambino e della sua famiglia, utile a coltivare il suo buon gusto e ad affinare la sua sensibilità.
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La musica sarà, per un bambino educato con questo metodo, una compagnia che non verrà mai meno, soprattutto se sarà anche in grado di suonare uno strumento. Suzuki è stato criticato per aver dato molto spazio all'imitazione, ma oggi è chiaro che questo processo di apprendimento non può essere messo in discussione quando ci si rivolge a bambini così piccoli. Si può essere solo grati a questo musicista e didatta giapponese che ha dedicato la sua lunga vita all'educazione dei giovani dando con sensibilità e metodo i mezzi per farne crescere le qualità e sviluppando fin dall'infanzia i loro naturali talenti.

Il testo in cui codificò le sue convinzioni s'intitola "L'arte non è qualcosa che sta sopra o sotto di me, l'arte è legata alla mia essenza più profonda". Nel testo, Suzuki sottolinea l'importanza di una corretta imitazione del suono e di un buon dominio tecnico nel momento in cui si muovono i primi passi nell'educazione strumentale.

La storia

Il metodo Suzuki per l'insegnamento della musica ai bambini è stato ideato dal maestro di violino Shinichi Suzuki, nato in Giappone, a Nagoya nel 1898. Negli anni '30 lasciò il Giappone per l'Europa e si stabilì Berlino. Il suo desiderio era approfondire i suoi studi musicali e capire il reale significato dell'arte occidentale. La risposta che si diede fu che l'arte è qualcosa che è legato all'essenza più profonda di ogni essere umano, qualcosa che va cercata dentro di noi e che chiunque può avvertire e praticare.
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A Berlino Suzuki entrò in contatto con i personaggi più importanti della cultura Europea, primo tra i quali Einstein, di cui divenne amico e che lo introdusse nell'ambiente stimolante di artisti ed intellettuali in genere. Suzuki formulò in una breve frase il risultato della sua ricerca sull'arte: “L'arte non è qualcosa che sta sopra o sotto di me, l'arte è legata con la mia essenza più profonda”. A questo punto decise di aiutare gli altri a godere della consapevolezza di quanto l'arte possa elevare ogni uomo, senza distinzioni di classi sociali e anche in assenza di particolari capacità iniziali.

Iniziò ad ideare un metodo di insegnamento della musica che ne facesse un linguaggio universale, alla portata di tutti. Il suo cammino non fu facile, lo ostacolarono oggettive avversità come la grande depressione del 1929, la II guerra mondiale e una grave malattia, ma Suzuki non cessò mai di sviluppare il suo disegno.

Rivolse la sua attenzione prima di tutto ai bambini: era la stessa generazione di Maria Montessori e di Jean Piaget e le nuove idee sull'educazione dei bambini circolavano negli ambienti che egli frequentava. La sua attività didattica iniziò nel 1929 in Giappone e già nel 1932 organizzò un concerto di 30 elementi con musicisti-bambini. La prima scuola fu fondata nel 1945 a Matsumoto: aveva 5 allievi e un solo violino! Dal 1950 in poi il suo metodo si diffuse moltissimo, così che Suzuki istituì un centro per la formazione di insegnanti che operassero secondo il suo metodo. Le scuole “Suzuki” andarono aumentando senza interruzione e dal Giappone si affermarono anche in Europa, soprattutto in Germania, Italia e Francia, anche come conseguenza del grande successo che ebbero le tournées in Europa dei bambini giapponesi educati allo strumento con il metodo Suzuki e con un repertorio che attingeva interamente dal patrimonio compositivo classico dell'Europa.

Ascoltando i bambini di Matsumoto, Pablo Casals ebbe a dire: "Forse sarà la musica a salvare il mondo”. E questa era la profonda convinzione del maestro Suzuki: egli non voleva creare (o non solo) grandi professionisti, ma soprattutto contribuire con la musica all'educazione interiore dell'uomo, sviluppando abilità nascoste che, attuate, possono dare migliore qualità alla vita.

Nel 1968 Suzuki si presentò all'Assemblea delle Nazioni Unite per lanciare un appello: suggeriva una politica mondiale di formazione, educazione e cura del bambino in cui la musica avesse un posto di primo piano. Portò l'esempio di come i bambini, già dai tre anni di età, possono accostarsi all'apprendimento della musica e divenire così uomini migliori in un mondo migliore. “La musica rende il cuore di ciascuno meraviglioso...”

Il maestro Suzuki muore il 16 gennaio 1998, ma lascia dietro di sé stuoli di bambini con il violino in mano.

Genitori

Il genitore deve a sua volta agire nella convinzione che il suo ruolo è fondamentale nel processo di apprendimento della musica del suo bambino. Sa che la musica contribuirà a sviluppare tutti i talenti del figlio, perché per ascoltare e per suonare sono necessari memoria, concentrazione, coordinazione, orecchio, gusto. Le buone maniere, lo spirito di gruppo e l'attitudine a collaborare saranno valorizzati dall'esperienza d'orchestra e dai concerti pubblici che fanno parte integrante dell'attività didattica delle scuole Suzuki.

Se in famiglia ci sono più figli, si deve prevedere che più di uno dimostri interesse verso la musica e per il genitore sarà più facile seguire il secondo o il terzo figlio.
Il genitore dovrà anche aiutare l'insegnante a capire le difficoltà del bambino. Sarà comunque felice se il figlio imparerà ad amare la musica anche se non sarà un musicista professionista.

L'ambiente che i genitori creano è un ambiente dove la musica si ascolta spesso e naturalmente. Dovrà rendersi conto del compito che lo aspetta e decidere se vuole affrontarlo. Una volta presa la decisione accompagna alle lezioni il figlio assistendovi e lo seguirà poi nello studio giornaliero a casa.